Sarà onesto con te: Singapore non era una meta nella mia travel bucket list, non ho mai pensato che questo vero e proprio bazaar del sud est asiatico potesse conquistarmi. In sostanza non gli avrei dato neanche una chance. Pensavo di aver visto tutto in Thailandia e in Vietnam, pensavo che l’antica Singapura non avesse nulla da offrirmi.
Poi succede. Volo per Bali con scalo a Singapore: sarebbe un peccato perdere l’occasione per visitare la città. Quindi è deciso, si rimane qualche giorno a zonzo per dare un’occhiata in giro. Inizi a raccogliere informazioni: moneta, cosa vedere a Singapore, come raggiungere il centro città… Insomma sempre la stessa storia.

A questo punto atterri sul nostro blog e, una volta per tutte, vogliamo raccontarti la storia di Singapore. Per prima cosa ti daremo delle informazioni generali per comprendere come e quando è nata la città; subito dopo ti spiegheremo cosa vedere nel Bazaar del sud est asiatico.
Informazioni generali e storia di Singapore
Per la tua sopravvivenza: porta con te abiti leggeri, un buon repellente e non dimenticare un cappello. Si, come hai capito, Singapore ha un clima particolare tendente all’orribile. Fa sempre, costantemente, un caldo asfissiante e i vestiti ti si appiccicano letteralmente addosso. Dopo due passi vorrai tornare in camera per concederti una doccia gelata ma no, non farlo. Non cambierebbe nulla. Tieni duro e raggiungi la meta.
Come spesso accade nei viaggi a lungo raggio, per apprezzare un luogo devi conoscerlo già prima di mettere piede sul suo suolo. Per questo ci siamo noi.
Singapore è una metropoli con cinque milioni di abitanti di cui il 42% sono stranieri: sai perchè? Il melting pot è insito nella storia della città da quando, agli albori del 1300, si chiamava ancora Singapura: cinesi, malesi, indiani confluivano qui, all’estremità della penisola malese. Ad oggi la situazione demografica e la tendenza alla multietnicità di Singapore non sono cambiate: gran parte delle start up di successo nascono e crescono qui. I colossi dell’economia e della finanza hanno una sede a Singapore e, chi l’avrebbe mai detto, tanti italiani studiano o lavorano qui. Anche Salvatore Aranzulla, tra gli altri, ha vissuto a Singapore (sia lode e gloria ad Aranzulla).
Singapura in sanscrito significa “Città del Leone” e di fatti troverai il famoso Merlion, il Leone di Singapore, in uno dei punti più belli della città, ai piedi del Marina Bay Sands.
Qual è l’aspetto più caratteristico di Singapore? Senza dubbio la mancanza di identità. Bada bene, questo sarebbe un problema per tutte le città del mondo ma qui è assolutamente un punto di forza: sebbene in passato ci siano stati svariati problemi tra i gruppi etnici residenti in città, oggi musulmani, buddisti, cristiani e induisti convivono pacificamente tra loro, facendo di Singapore il vero bazaar del sud est asiatico.
Di seguito ti descriveremo le varie zone della città per permetterti di vivere in pieno la reale esperienza singaporiana: partiamo da Little India!
Little India
Caotica, frenetica e colorata: questi sono i tre aggettivi che sintetizzano nel migliore dei modi il primo quartiere di Singapore che ti consigliamo di visitare.
Sarà pazzesco: troverai un pavone enorme alla tua sinistra, attraverserai il super incrocio di Bukit Timah Road e, d’improvviso, sarai catapultato tra le strade di Nuova Delhi. Un pelo di traffico in meno e parecchia pulizia in più. Senza dubbio, come per una qualsiasi metropoli indiana, inalerai gli inconfondibili (leggi: forti) odori del cibo indiano e sarai fagocitato dal caleidoscopio di colori dei templi della zona.
Dovrai camminare poco per raggiungere quello che ci ha fatto innamorare di Little India, il Sri Veeramakaliamman Temple.
Sri Veeramakaliamman Temple
L’abbiamo già detto che i colori di questo tempio ti lasceranno senza parole? Si? Bene, lo ripetiamo perché sarà proprio quello che ti porterai dentro per sempre.

DISCLAIMER: questa zona della città è adatta ad un pubblico con lo stomaco forte. Oltre agli odori, potresti trovare qualche animaletto che potrebbe mettere a dura prova la tua permanenza (blatte su tutti) quindi, se questo tipo di incontro ravvicinato ti provoca disagio, evita di raggiungere Little India, anche perché dovresti entrare nel tempio senza scarpe, that’s all folk.
A piedi nudi entrerai nel cuore del tempio costruito sul finire del 1800 e dedicato alla famosa dea Kali, il lato distruttore e feroce della dea Parvati, sposa di Shiva e ad esso associata indissolubilmente.
Anche se originariamente il culto di Kali era ad appannaggio dei thugs, dei veri e propri assassini, oggi in questo tempio si prega il lato benevolo della divinità, posta a protezione dei giusti.
Come spesso accade nei templi induisti, non mancherà Ganesha, la quintessenza di Brahma, figlio di Parvati e Shiva. Questa divinità ha la testa d’elefante e non ti sarà difficile individuarlo.
Non dimenticare di suonare i mille campanelli presenti all’interno del tempio, è un rito propiziatorio e anche se non aderisci al culto di Kali, perché correre il rischio di attirare la sfiga?
Se hai bisogno di maggiori informazioni sul tempio, consulta il sito ufficiale: lo trovi qui!
Ti lascio qui sotto uno dei video che Nato con lo zaino ha realizzato dopo il viaggio a Singapore e Bali: potrebbe servirti per trovare l’ispirazione!
Per il momento il nostro viaggio nel bazaar del sud est asiatico si ferma qui: nel prossimo articolo ti parleremo di Chinatown e di Marina Bay, leggilo e vola con noi a Singapore!
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